Vector W8.
Altra meteora, durata dal 1989 al ’93.
Pochi esemplari venduti e motore V8, di lontana derivazione Chevrolet, con doppio turbo per 625 cavalli e ben 87 kgm di coppia motrice.
Una linea non raffinata ma senz’altro impressionante.
100% americana (californiana, per essere precisi) e si vede: in quel periodo negli Stati Uniti erano in voga le macchine electronic-feeling, effetto visibile soprattutto negli interni, a cui quest’auto abbinava delle sembianze da aereo stealth, a cui rimandava anche la leva del cambio automatico, posta a sinistra del sedile guida, analogamente alla manetta degli aerei da caccia.
Anche la strumentazione ricordava da vicino quella dei velivoli militari.
Provata in versione definitiva nel 1990 dalla rivista Road and Track, ebbe un buon giudizio generale e registrò accelerazioni al livello della contemporanea Ferrari F40 (4,3 secondi sullo 0-100).
La velocità massima invece, dichiarata in 350 orari e dunque superiore a qualsiasi rivale, non fu verificata per problemi alla carrozzeria.
Quando la proprietà passò di mano presso l’indonesiana Megatech, all’epoca proprietaria della Lamborghini, la W8 ebbe un’erede (la M12, qui sotto) con motore italiano.
Scomparve senza provocare lacrime.
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