Una volta si facevano tanti modelli definiti prototipi.
A volte presentavano ardite soluzioni tecniche, che raramente si traducevano nella produzione in serie.
Più spesso erano solo esercizi stilistici delle case automobilistiche, per far parlare del marchio; e volentieri collaboravano i numerosi “carrozzieri”, che un tempo firmavano, con reciproco profitto e vanto, le forme dei prototipi e dei modelli di serie.
Questa fu, secondo me, la vettura che espresse la forza migliore di quel periodo, quello dei prototipi stilistici, destinato poco dopo a tramontare.
Un capolavoro estetico che raccoglieva e migliorava le suggestioni dell’epoca.
La Ferrari Mythos, realizzata da Pininfarina.
Basata sulla meccanica della Testarossa, ne eredita probabilmente le prestazioni concesse dal suo motore 12 cilindri da 390 cavalli.
All'epoca se ne dichiarò la realizzazione di due esemplari, uno marciante e uno in forma statica.
Quando fu presentata, nel 1989, si diceva che un anonimo avesse offerto un assegno in bianco per averla. Leggenda dice che, più avanti, venne ceduto l'esemplare funzionante per 5 milioni di dollari, forse oggi nella collezione del sultano del Brunei, e mantenuto quello statico.
Magnifica.
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