“Fidatevi di lui, s’intende di auto”, dissero in tanti…
“Quest’auto è fantastica, venderà di sicuro!”
(Paolo Cantarella, amministratore delegato Fiat negli anni Novanta)
Non so se pronunciò davvero quella frase ma si diceva che in Fiat piacesse solo a lui, la Multipla…
D’accordo, con quest’esempio è facile ma tra poco ne offrirò di migliori.
Oggi di cosa vi parlo? Di una delle tante mine vaganti nell’industria; industria automobilistica in questo caso, ma che vale un po’ per tutti i business in cui ciò che si produce appassiona chi comanda.
Non è un discorso sempre valido ma vi invito a seguirmi nella spiegazione.
L’altro giorno leggevo un’intervista a un imprenditore emergente nel campo dell’arredamento che, spiazzando il giornalista, affermava che “un buon dirigente non deve conoscere molto bene il prodotto che vende”.
Suona strano, vero?
In realtà si tratta di una vecchia, controversa, regola del management.
Non molti di voi, manager compresi, saranno d’accordo con questa regola e per due motivi.
Il primo motivo è che si tratta di una regola controintuitiva: la logica più lineare direbbe che più si sa di ciò che si fa e meglio è.
L’altro motivo è più retorico.
Siamo talmente abituati a sentire persone di successo dire che il loro segreto sta nell’amore per il prodotto che trattano (la cucina, l’elettronica, il cinema, la moda…) che non possiamo non credere che sia così.
Spesso è vero ma il cuore può tradire il cervello o, per dirlo in altri termini, l’uomo tradisce il manager.
Cantarella, quello della Multipla, era laureato in ingegneria meccanica. Interveniva anche nella definizione di particolari dei modelli d’auto che deliberava. Da vero appassionato.
Però lui non è più a capo della Fiat.
Al suo posto c’è uno che non fa mistero di basare la sua strategia non sulla conoscenza dell’automobile ma sull’ottimizzazione del processo produttivo e delle strategie.
Uno che è più facile si chieda quanti soldi farà perdere una certa auto invece di quanti ne farà guadagnare.
Marchionne ha studiato legge, amministrazione e filosofia e il suo ultimo incarico prima di giungere in Fiat, è stato al vertice di una società di revisione contabile.
Appassionarsi alle automobili è facile ma chi è che si fa piacere i libri contabili, le certificazioni e l’auditing?
Nessuno. Appunto.
Non ce l’ha un cuore, Marchionne? Oppure gli fan proprio schifo le auto? Non direi.
Secondo me quando ha deciso di chiamare 124 Spider un nuovo modello, un pensiero ce l’ha fatto, orgoglioso, ripensando alla sua prima 124 di quand’era giovane.
Cosa se ne deduce? Meglio i calcoli della passione?
Adesso l’esempio si fa più ambiguo:
Ferdinand Piech, il vero artefice della crescita del gruppo Volkswagen.
Una crescita generata non dallo studio dei conti ma dai bulloni del motore.
Talmente evitati quei conti che il gruppo cresceva con utili di appena l’1-2% sul fatturato a fine anni Ottanta, quando si permetteva di sperimentare ogni soluzione tecnica e di far produrre, per esempio, due motori con la stessa cilindrata ma in 2 architetture diverse.
Cresciuto lavorativamente all’Audi, Piech l’ha portata ai vertici per tecnica e qualità, dicendo con forza che l’eccellenza ingegneristica trasformata in immagine di marca (lamiere zincate, trazione integrale Quattro, successi sportivi…) avrebbe elevato di gran lunga collocamento di mercato e possibilità di guadagni.
Ebbe ragione.
Ma anche lui… con i suoi gusti.
Non gli piacevano le cabriolet e le monovolume e così, in un periodo in cui questi modelli erano più apprezzati di oggi, il gruppo Volkswagen ne produceva pochi e di poco successo.
Gli piacevano invece le Lamborghini e, appena possibile, aggiunse anche quel marchio alla corona del gruppo automobilistico che guidava.
Infine, dopo aver collocato il marchio Audi nell’empireo dei costruttori, decise di trascinarvi anche la più popolare Volkswagen, producendo un modello d’alta gamma, la Phaeton, che proprio nessuno voleva. Buttando via un bel po’ di soldi.
Succede…
La passione è nemica della gestione, quindi? A volte sì, quando confonde e illude.
Comunque, secondo me la Fiat Multipla era bellissima!
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